Visione, psicologi e osteopatia.
Figure che sembrerebbe non aver nulla in comune.... e invece ci dovrebbero essere molte piú interazioni tra questi professionisti.
Visione e postura é un binomio da tempo conosciuto:
Sappiamo che gli occhi sono una importantissima interfaccia verso il mondo esterno perché ci permettono di interpretare forme e colori; insieme all'udito e alla propriocezione (percezione muscolare e di equilibrio) riusciamo a stabilire la nostra posizione nello spazio.
Ne parlava Skeffington giá negli anni 50 sostenendo che i processi visivi lavorassero su 4 aree che rispondevano alle domande:
Dialogare con uno psicologo puó invece rendersi necessario con i bambini in presenza di disturbo dell'attenzione o dislessia; in quesi casi potrebbe essere lo psicologo a chiedere un consulto oculistico o optometrico.
Visione e postura é un binomio da tempo conosciuto:
Sappiamo che gli occhi sono una importantissima interfaccia verso il mondo esterno perché ci permettono di interpretare forme e colori; insieme all'udito e alla propriocezione (percezione muscolare e di equilibrio) riusciamo a stabilire la nostra posizione nello spazio.
Ne parlava Skeffington giá negli anni 50 sostenendo che i processi visivi lavorassero su 4 aree che rispondevano alle domande:
- Dove? per l'identificazione della posizione di oggetti
- Cosa? per l'identificazione dell'oggetto stesso
- Chi sono? domanda atta a valutare la propria posizione nello spazio circostante
- Processo uditivo-verbale che corrisponde alla capacitá di organizzare le esperienze in processi cognitivi di rapido accesso.
Insomma gli occhi ci servono a vedere ma anche a stare in equilibrio! Se volete fare una prova "homemade" per verificare queste affermazioni, potreste conoscere qualcuno che possiede una console Nintendo Wii con una Balance Board. Si tratta di una sorta di bilancia che, collegata alla console, rileva il peso e dove questo é distribuito.
Se fate le misurazioni ad occhi aperti noterete un po'di oscillazione. Ma se le ripetete ad occhi chiusi l'oscillazione aumenterá. Proprio perché usiamo gli occhi per stabilizzarci maggiormente.
Alla luce di questi fatti potremmo affermare che qualunque interazione con gli occhi puó modificare anche la postura e i carichi di tensione muscolare!
Ma lo psicologo che ho messo nel titolo che centra? "qualche riga piú su, al punto 4 di Skeffington ho scritto "capacitá di organizzare le esperienze in processi cognitivi di rapido accesso".
La psicologia centra sempre... facendo una metafora automobilistica potremmo dire che non siamo delle macchine con il carburatore; abbiamo l'iniettore! E questo che dev'essere comandato da una centralina. Se la centralina non é programmata bene o ha qualche disfunzione anche il motore risulterá inefficiente, borbotterá, consumerá di piú e spingerá meno.
La centralina, avrete capito, é il cervello.
Il motore é potenzialmente qualunque organo, incluso l'occhio.
Non é necessario andare dallo psicologo quando c'é un calo della vista; ma é compito di chi vi fa il controllo della vista prendere in considerazione anche traumi, aspettative, impegni, stress (e non é sempre facile: anche noi professionisti abbiamo i nostri traumi, aspettative, impegni e stress che talvolta influiscono).
Dialogare con uno psicologo puó invece rendersi necessario con i bambini in presenza di disturbo dell'attenzione o dislessia; in quesi casi potrebbe essere lo psicologo a chiedere un consulto oculistico o optometrico.
Il messaggio che voglio lasciare con questo articolo é che la vista non deve essere analizzata solo in funzione dei decimi o dei test, ma nell'interezza della persona che con se porta un bagaglio di abitudini, emozioni e aspettative.
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