Ridurre il mal d'auto con i videogames!
Ma da dove arriva? Perché viene ai passeggeri e mai a chi guida? Come mai la stessa persona che ne soffre come passeggero in auto non lo percepisce in moto? Perché colpisce anche certe persone di fronte ai videogames?
Il termine tecnico é cinetosi, in inglese la chiamano "motion sickness".
Si tratta di un gap (differenza) tra gli imput sensoriali propriocettivi e quelli visivi.
Ovvero gli occhi non registrano le stesse sensazioni del resto del corpo.
Un chiaro esempio é la lettura di un libro in pullman: il veicolo si muove ed il nostro corpo registra accelerazioni e decelerazioni mentre gli occhi sono invece fermi sul bersaglio che appare immobile;
il corpo registra un movimento e gli occhi no.
La medesima situazione appare in mare: siamo nella nostra cabina, la barca oscilla e ricalibriamo la nostra postura per non cadere, ma al tempo stesso gli occhi percepiscono la cabina come un ambiente immobile.
Tutti hanno sperimentato queste sensazioni da bambini, magari andando in montagna con i genitori risalendo i tornanti. L'effetto si riduce in etá adulta, quando impariamo a scindere e gestire gli stimoli visivi da quelli propriocettivi... é quindi una capacitá che viene allenata con l'esperienza.
Non tutti peró reagiscono allo stesso modo. Ecco che troviamo adulti che sono in difficoltá nel gestire questi effetti. Perché alcuni si e altri no? Negli anni ho potuto osservare come variazioni sulla visione binoculare e sul campo visivo possano ridurre o aumentare questi effetti.
La visione binoculare, piú precisamente la stereopsi, ci permette di apprezzare la tridimensionalitá dello spazio. Ecco che per persone con ridotta stereoacuitá, o con una percezione piú centralizzata, potrebbero esser disturbate dai videogames con visuale in soggettiva. Tale malessere é stato battezzato "Doom sickness" (prende il nome dal gioco Doom del 1993). La buona notizia é che migliorando la stereopsi l'effetto si riduca notevolmente (la mia ragazza, nonché cavia per tutti i miei esperimenti, ne é testimone).
In tema di videogames la realtá virtuale offre esperienze notevolmente piú immersive per il sistema visivo. Tanto immersive che il corpo cercherá di compensare attivamente accellerazioni e decellerazioni e spostamenti nonostante siano solo simulati visivamente! Anche qua il campo visivo fa la sua parte: molti videogames offrono aiuti visivi per evitare il motion sickness. Tali aiuti sono principalmente due:
- riduzione o stabilizzazione del campo visivo periferico
- presentazione un punto centrale per aiutare l'orientamento
Esistono vari sistemi di realtá virtuale: da quelli piú semplici costituiti da un cardboard in cui inserire un cellulare, a quelli piú completi e precisi (e costosi) che necessitano di un computer per elaborare tutti i dati.
In questo frangente prenderemo in considerazione il Playstation VR. Che offre un sistema con un ottimo rapporto tra qualitá, prezzo e prestazioni.
Innanzitutto, e lo metto pure in rosso, é importantissimo inserire correttamente la distanza interpupillare di chi utilizzerá il visore nel dispositivo prima dell'uso!!!
La dovreste trovare scritta nel foglio di conformitá dei vostri occhiali, oppure potete misurarla dal vostro ottico o tramite la playstation stessa.
Suggerisco anche di tenere la luminositá al minimo e di utilizzare occhiali selettivi per la luce blu per ridurre lo stress retinico causato dalle lunghezze d'onda corte (luce blu) generate dal display.
Premetto che quanto segue é il risultato di personali valutazioni ed esperienze; non é stato seguito alcun test su larga scala o confutazione scientifica ufficiale a riguardo.
Per allenare il corpo a gestire questi mali si puó cominciare con esperienze semplici come un tiro al bersaglio in cui si é fermi, per poi passare a situazioni piú coinvolgenti fino ad arrivare a quelle frenetiche del volo nello spazio!
Ecco la sequenza che consiglierei per abituare il sistema visivo.
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Chi non ha mai sognato di far parte dell'equipaggio di una nave spaziale della federazione?In questa esperienza starete seduti e azionerete comandi.
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Una sorta di tiro al bersaglio; starete semplicemente in piedi o al massimo schiverete qualche pallottola (come in matrix); potrete prendere piú confidenza con le dinamiche degli ambienti virtuali.
- VR Worlds. Titolo di lancio del playstation vr. Offre una serie di esperienze dal tiro al bersaglio alla guida di veicoli spaziali passando per corse frenetiche su slittino da strada.
- Quando sarete in grado di gestrire tutti gli scenari di VR Worlds potete passare a Wipeout Omega Collection. Qua la velocitá aumenta ulteriormente.
- Titolo da affiancare al precedente é RIGS Mechanized Combat League. Guiderete esoscheletri potenziati in un gioco simile al rugby; durante i salti potreste avvertire un senso di vuoto.
- Quando vi sarete abituati ai movimenti rapidi potrete passare a Farpoint. Solito tiro al bersaglio.... ma con la possibilitá di muovervi nell'ambiente. Da giocare rigorosamente in piedi!
- L'esperienza piú estrema che vi propongo é infine EVE Valkyrie. Sarete nello spazio. Gravitá zero. Velocitá elevate, ridotti riferimenti sull'orientamento e possibilitá di muoversi in tutte le diezioni e di ruotare l'astronave rendono questo titolo difficile da digerire.
Sono giochi che potrebbero non appassionarvi ma che avrebbero lo scopo di allenare il vostro cervello a gestire in modo diverso le sensazioni che arrivano dal corpo rispetto agli occhi.
10 minuti di esercizio/gioco al giorno dovrebbero bastare.
Alcuni di questi titoli offrono aiuti per ridurre la motion sickness come la riduzione del campo visivo periferico o un punto di fissazione al centro del campo visivo. Tali aiuti andrebbero limitati
Nel caso subentrassero improvvisamente le sensazioni di mal d'auto sará sufficiente chiudere gli occhi e concentrarsi sulla propria postura.
Sony (ed un po' tutti i produttori) sconsiglia l'uso del VR al di sotto dei 12 anni; questo perché prima di tale etá (in realtá anche un po'al di sopra) il sistema visivo é particolarmente malleabile e rischia di imparare a gestire lo spazio reale in modo errato.
Quelle descritte sono pratiche "home made" e non costituiscono una vera e propria terapia.
Andrebbero dunque prese in considerazione una visita oculistica per escludere patologie dell'occhio, optometrica per valutarne le funzionalitá binoculari, valutata la postura ed equilibrio da un osteopata e da un ottorino.
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