Dove sta andando l'ottica di qualitá?


Traggo ispirazione da un articolo apparso su b2eyes in data primo Marzo 2019.
Si parla di come sia andato il Mido... tutto bene? "Anche no", secondo Nicola Di Lernia, giornalista ed esperto di marketing del settore ottico.

Cito una sua frase alla fine dell'articolo:

volevo mettere una immagine di Nicola Di Lernia
ma non ne ho trovate di svincolate da diritti di pubblicazione
In Italia vendiamo meno occhiali di quelli che ci servirebbero per sostenere tutto il comparto del retail e parte dell’industria. Lo facciamo perché ci è ostile il sistema sanitario e fiscale a monte, perché manca alla gente una cultura del bel e ben vedere, perché chi fa gli occhiali da vista a volte ignora tutta la tecnologia che ha in mano e le molteplici opportunità (vogliamo parlare della personalizzazione delle lenti?) e non si aggiorna nonostante tutto ciò.

Si parla di ottici a cui é ostile il sistema sanitario e fiscale: in effetti molte persone nemmeno sanno cosa sia un optometrista. Mentre all'estero é una figura riconosciuta  e accreditata (nei paesi anglosassoni é l'optometrista che prescrive le lenti), in Italia abbiamo il regio decreto del 1928 che nemmeno ne parla. L'optometrista italiano é comunque riconosciuto dalla legge e diverse sentenze della corte di cassazione che ne hanno stabilito le competenze ed i poteri (cito una sentenza del 1995: "non è la prima volta che il giudice è costretto a prendere atto di tale carenza di regolamentazione da parte del legislatore").
  • L'occhiale non funziona? Colpa dell'ottico e delle centrature? A volte é la prescrizione inadatta (badate bene al termine: non dico "errata" ma "inadatta").
  • Lenti progressive? Spesso vengono sconsigliate a prescindere, senza motivo specifico.
  • Lenti a supporto accomodativo? Nonostante il supporto accomodativo dimostró la sua validita giá nel 1920 (Optometric Extension Program), non vengono molto prese in considerazione.
  • Ortocheratologia? Fino a qualche anno fa molti medici erano scettici, nonostante fossero presenti molti studi che ne confermassero l'efficacia, anche nel contenere la miopia.
Il buon ottico non é mero venditore o assemblatore di occhiali.
Il bravo ottico è prima di tutto un consulente per i propri clienti, che sono il suo patrimonio e ai quali tiene in modo particolare.

Secondo me servono continui corsi di aggiornamento: per ottici, optometristi e oculisti; da fare tutti insieme al fine di far collaborare queste figure.

C'é stato un breve periodo, durato qualche anno, in cui anche per rimanere ottici si dovevano frequentare dei corsi di aggiornamento. Al principio pensavo fosse una trovata per ingrassare le tasche di chi teneva i corsi, ma presto mi resi conto che ripassare quegli argomenti o venire a conoscenza delle ultime scoperte scientifiche era non solo utile ma piacevole! Ed avevo l'occasione di confrontarmi con i colleghi.

Ora non c'é piú alcun obbligo nell'aggiornamento ma ritengo fondamentale farlo, informarsi e poter trasmettere queste nozioni anche a clienti e pazienti per renderli consapevoli, sia di cio che accade ai loro occhi, che di cosa stanno comprando.

Sento la necessitá di portare avanti una cultura del veder bene e del vivere bene; dove il sistema visivo non solo funzioni, ma sia anche in armonia con il resto del corpo. Non si tratta di ottica e optometria "a buon mercato": ci sono dei costi dietro la ricerca e la preparazione e non voglio essere il solito venditore di rimedi facili per tutto.

Voi cosa ne pensate?

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